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Argomento:
Medicina riabilitativa
Data:
2002
Testata:
Il Nuovo Calcio. 119: 100-104, 2002
 

Il legamento collaterale laterale
di Gian Nicola
Bisciotti

  • Che tipo di danno strutturale è?
  • Come si verifica il danno?
  • Quali sono i sintomi?
  • Come viene diagnosticata?
  • Come viene trattata?
  • Quanto può durare?
  • Quando si può ritornare all’attività sportiva?
  • Si può prevenire?
  • Quali esercizi eseguire nella fase riabilitativa?

Che tipo di danno strutturale è ?

Il legamento collaterale laterale (LCL) detto anche legamento fibulare, ha l’aspetto di un cordone fibroso di forma rotonda e dello spessore simile a quello di una matita da disegno. Da un punto di vista anatomico si inserisce sull’epicondilo laterale del femore e sulla testa del perone. La funzione del LCL è quella di sostenete la parte laterale dell’articolazione del ginocchio , in questo compito viene coadiuvato dalla benderella ileotibiale, dal tendine del popliteo, dal legamento arcuato e dal tendine del bicipite. Il LCL è sottoposto a trazione durante l’estensione della gamba sulla coscia e si rilassa durante la flessione, per sopportare le notevoli tensioni a cui viene sottoposto la sua conformazione anatomica si presenta solida e compatta.

Il LCL è da un punto di vista statistico meno esposto a traumi di tipo distorsivo grazie, sia alla sua elasticità , sia al fatto che la parte laterale del ginocchio è ben protetta da altri stabilizzatori secondari che come abbiamo prima ricordato sono la benderella ileotibiale, il tendine del popliteo, il legamento arcuato ed il tendine del bicipite. Negli atleti la maggior parte delle lesioni a carico del LCL sono causate da un evento traumatico sulla parte laterale dell’articolazione del ginocchio. In circa il 75% dei casi riscontrabili la lesione del LCL risulta in una rottura del legamento, che può comportare o meno avulsione, vicino alla testa del perone, solamente nel 20% dei casi a livello del femore ed infine solamente nel 5% dei casi la rottura avviene al centro del legamento stesso (Tria e Klein, 1991). Alla lesione del LCL possono essere associate delle lesioni del nervo peroneale, proprio per il fatto che quest’ultimo nel suo decorso passa intorno alla testa del perone, oppure altre lesioni associate ad una rottura completa del LCL possono essere costituite da lesioni della capsula postero-laterale, del Legamento Crociato Posteriore (LCP) e del Legamento Crociato Anteriore (LCA) (Mangine, 1988). La gravità dell’infortunio è determinata dal grado di lassità presentato dal legamento ed è classificabile in I°, II° e III° grado.

  • I° grado: in questo tipo di lesione il paziente lamenta una sintomatologia dolorosa causata dalle microlesioni subite a livello del LCL, è osservabile un versamento di modesta entità ed il paziente riferisce dolorabilità alla palpazione.
  • II° grado: la lesione di II° grado è una lesione incompleta che presenta un aumento della lassità durante lo stress in varo, sia a 30° di flessione, che in completa estensione, in questo tipo di lesione è comunque ancora identificabile un ben preciso punto di fine escursione articolare. Il paziente lamenta dolorabilità alla palpazione e durante l’esecuzione del test di stress in valgo, inoltre è riscontrabile un modesto versamento ematico.
  • III° grado: nelle lesioni di III° grado vi è una rottura completa del LCL che comporta un’evidente lassità, sia 30° di flessione, sia in completa estensione. In questo caso non è più possibile determinare un ben preciso punto di fine escursione articolare, tuttavia la sintomatologia dolorosa è generalmente minore rispetto a quella riscontrabile nelle lesioni di I° e II° grado. Se durante il test di stress in varo a completa estensione è riscontrabile un a significativa lassità, si può sospettare una lesione della capsula postero-laterale e del LCP e probabilmente anche del LCA.

Figura 1 : visione schematica del LCM e del LCL. Le strutture laterali risultano più robuste rispetto a quelle mediali, soprattutto grazie all’espansione ileo-tibiale.

Come si verifica il danno?

Normalmente una lesione isolata del LCL è causata da uno stress in varo causato dall’applicazione di una forza sulla parte mediale dell’articolazione del ginocchio. Il trauma può occasionalmente verificarsi anche nel caso in cui, durante una fase dinamica di carico, viene meno il controllo muscolare del movimento , in questo caso si verifica un impegno diretto del legamento che in tal modo può cedere e conseguentemente lesionarsi (Irrgang e coll., 1995).

Quali sono i sintomi?

Chi subisce un trauma distorsivo a livello del LCL normalmente riferisce di aver udito un "rumore di rottura" all’interno del ginocchio immediatamente seguito da un dolore acuto in sede laterale. Subito dopo sarà riscontrabile un gonfiore extra-capsulare, senza che si verifichi un versamento articolare, tranne che nel caso di una lesione capsulare o meniscale.

Come viene trattata?

Le lesioni di I° e II° grado possono essere trattate con terapia conservativa a patto che sia riscontrabile una certa stabilità al test di stress in varo. Il paziente può cominciare, se non riferisce dolore, a caricare immediatamente l’arto anche se in alcuni casi si ricorre ad un’immobilizzazione di una durata massima di circa 7 giorni. Per questo tipo di lesioni non è di norma necessario l’utilizzo di un tutore. Anche in seguito ad una lesione di III° grado è possibile evitare il trattamento chirurgico, anche se in questo caso è necessario l’utilizzo di un tutore che limiti l’escursione articolare del ginocchio a 90° per un periodo compreso tra le 4 e le 6 settimane. Tuttavia la miglior soluzione, per un atleta che abbia subito una lesione di III° grado al LCL e che comporti un’importante instabilità rotatoria, è certamente quella chirurgica.

Quando si può ritornare all’attività sportiva?

Le lesioni di I° e II° grado possono essere trattate con terapia conservativa a patto che sia riscontrabile una certa stabilità al test di stress in varo. Il paziente può cominciare, se non riferisce dolore a caricare immediatamente l’arto, anche se in alcuni casi si ricorre ad un’immobilizzazione della durata massima di circa 7 giorni. Per questo tipo di lesioni non è di norma necessario l’utilizzo di un tutore. Nelle lesioni di III° grado trattate chirurgicamente normalmente si rende necessario l’utilizzo di un tutore che limiti l’escursione articolare del ginocchio a 90°ed il carico parziale per un periodo compreso tra le 4 e le 6 settimane.

In linea generale i criteri da adottare per poter consigliare il ritorno o meno all’attività sportiva sono:

  • Una differenza dinamometrica nella produzione di forza minore del 15% da parte dell’arto leso nei confronti del test dinamometrico.
  • Il recupero di una completa escursione articolare.
  • La possibilità di effettuare senza alcun problema il test navette (riquadro1) ed il carioca test (riquadro 2).

Dopo una lesione di I° e II° grado l’atleta è in grado di ritornare all’attività sportiva nell’arco di 3-7 settimane, mentre nel caso di una lesione di III° grado trattata chirurgicamente si può riprendere la normale attività sportiva dopo un periodo riabilitativo della durata di circa sei mesi (Irrgang e coll., 1995).

Si può prevenire?

Come già detto nell’articolo precedente riguardante il Legamento Collaterale Mediale, anche nel caso del LCL la maggior parte dei traumi è causata dalla natura stessa dell’attività sportiva praticata. Per questa ragione la sola pratica di prevenzione possibile, se di prevenzione si può parlare, appare limitata ad una scelta idonea dei materiali tecnici utilizzati, soprattutto in alcune discipline sportive particolari come ad esempio lo sci, oltre ad un costante mantenimento di un adeguato trofismo muscolare degli arti inferiori.

Quali esercizi eseguire nella fase riabilitativa?

Dopo un lesione di I° grado si può iniziare precocemente un programma riabilitativo basato sulla mobilizzazione nel range di escursione articolare che non causa dolore, su contrazioni isometriche del quadricipite e sollevamenti della gamba tesa da terra. Nel caso invece di lesioni di II° grado è consigliabile attendere 4-6 giorni in modo da superare la fase acuta. In entrambi i casi nel primo periodo sono consigliabili i seguenti esercizi:

Scorrimenti del ginocchio sdraiati su lettino: utilizzare una calza in modo da favorire lo scorrimento del piede sulla superficie del lettino flettendo ed estendendo l’arto nell’ambito dell’escursione articolare che può essere effettuate senza sintomatologia dolorosa.

Flesso- estensioni del ginocchio a muro: come l’esercizio precedente ma appoggiando la pianta del piede su di una parete.

Scorrimenti attivi assistiti: come gli esercizi precedenti ma coadiuvando l’azione dell’arto leso con l’arto sano, sia durante la fase di flessione , che durante quella di estensione

Il secondo periodo riabilitativo è caratterizzato dalla scomparsa della sintomatologia dolorosa e dal miglioramento della mobilità articolare. In questa fase si possono introdurre esercizi isotonici, sia di flessione, che di estensione a catena cinetica aperta ed anche, se ben sopportati da parte dell’atleta, gli stessi tipi di esercitazioni effettuati in catena cinetica chiusa. In particolare sono particolarmente indicati i seguenti esercizi:

Flessione del ginocchio in posizione prona con l’uso di cavigliere zavorrate.

Estensione del ginocchio in posizione seduta con l’uso di cavigliere zavorrate.

Mini squat eseguito tra 0° e 40° di flessione

Nel terzo periodo, ossia quello a ridosso della ripresa dell’attività sportiva si possono gradualmente introdurre esercitazioni isotoniche a catena cinetica aperta e chiusa con l’utilizzo delle macchine da muscolazione. Gli esercizi maggiormente indicati sono:

Leg extension

Leg Curl

Pressa

_ squat

Affondi con manubri

RIQUADRO 1

Test navette: l’atleta deve effettuare uno sprint della lunghezza di 20 metri alla massima velocità, toccare un paletto, effettuare un immediato cambio di direzione ritornare alla massima velocità al punto di partenza, osservare un recupero passivo della durata di 20 secondi ed effettuare 6 serie consecutive. Questo tipo di test, oltre che a fornire delle importanti indicazioni, come in questo specifico caso, sulle garanzie di "tenuta strutturale del ginocchio" da un punto di vista muscolare e legamentoso, viene anche utilizzato nell’ambito del calcio per monitorare la capacità di resistenza all’accelerazione del calciatore.

RIQUADRO 2

.

Carioca Test: l’atleta compie un passo in avanti con il piede sinistro incrociandolo davanti al destro (1), un passo in avanti con il piede destro (2), incrocia il piede sinistro dietro il piede destro (3) ed infine esegue un passo indietro con il piede destro (4). L’esercizio deve essere eseguito per più volte senza soluzione di continuità.

 

 

BIBLIOGRAFIA

Tria A., Klein K.
An illustrated guide to the knee
. New York: Churchill Livingstone, 1991.

Mangine R.
Physical therapy of the knee. New York: Churchill Livingstone, 1988.

Irrgang J., Safran M., Fu F. The knee: Ligamentous and meniscal injuries. In: Athletic injuries and rehabilitation. Edited by: J. Zachazewski D., Magee D., Quillen W. Philadelphia, 1995.

   
                     
                     
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