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Argomento:
Metodologia dell'allenamento del calcio
Data:
2001
Testata:
Il Nuovo Calcio. 112: 110-112, 2001
 
Siamo sulla soglia?
di Gian Nicola Bisciotti

La determinazione della velocità corrispondente alla soglia anaerobica, anche se costituisce un argomento non privo di polemiche, rappresenta comunque un importante indice nel controllo e nella pianificazione dell'allenamento, sia nell'ambito degli sport di resistenza, sia in quello degli sport di squadra come il calcio.

Purtroppo la sua determinazione richiede l'impiego di attrezzature specifiche, relativamente costose e/o l'applicazione di protocolli invasivi, non sempre graditi dall'atleta e neppure di facile esecuzione per il preparatore atletico.

In effetti credo, come tutti coloro i quali si cimentino quotidianamente sul campo, che una buona parte di test, indubbiamente giustamente noti per la loro validità scientifica, siano in verità poco proponibili in condizioni reali di controllo "su campo" dell’allenamento", proprio per la loro scarsa praticità. Da qui nasce l’esigenza di un compromesso accettabile tra validità scientifica, e quindi affidabilità dei dati raccolti, e praticità di esecuzione del protocollo del test prescelto.

Da questa esigenza, credo sentita da me come da molti altri, è nata l’idea di validare una semplice metodica indiretta che potesse fornire una stima affidabile della velocità di percorrenza corrispondente alla soglia anaerobica dell'atleta, senza per questo dover ricorre all’utilizzo di costose attrezzature o di protocolli particolarmente difficoltosi; proprio da questa necessità è scaturito il B.A.S test, sigla nata dall’invero immodesta pulsione di creare un acronimo dei nomi dei suoi ideatori, Bisciotti, Arcelli e Sagnol, ovvero il sottoscritto, un notissimo medico sportivo che non ha certo bisogno della mia presentazione, ed il terzo, il professor Marcel Sagnol, il direttore del Dipartimento Entraînement et Performance della Facoltà di Scienze dello Sport dell’Università di Lione, dove io svolgo la mia attività d’insegnamento. Il B.A.S test nasce da una "variazione", se così la possiamo definire, di un altro protocollo di test messo a punto da Ettema già nel lontano 1966. In che cosa consisteva il test di Ettema? Per semplificare moltissimo il concetto, possiamo dire che Ettema stabilì che se si chiedeva ad un atleta di percorrere alla massima velocità sostenibile 4 prove, rispettivamente sui 1000, 2000, 3000 e 7430 metri, si riportavano su di un grafico i valori dei tempi (espressi in secondi) relativi alle percorrenze sulle varie distanze, ed infine si tracciava una retta che unisse tali punti, con un calcolo piuttosto complicato si era in grado di ricavare il valore di velocità di soglia dell’atleta in questione. Un esempio grafico del test di Ettema è riportato nella figura 1. Il tutto con una buona accettabilità scientifica, ma anche direi con una buona dose di complicazioni. In primo luogo direi che richiedere 4 prove di corsa a velocità massimale su delle percorrenza comprese tra i 1000 ed i 7430 metri, costituiva indubbiamente un protocollo di lavoro eccessivamente lungo (specialmente per un calciatore !) e secondariamente direi che non tutti possono avere la voglia o le conoscenze matematiche sufficienti per calcolare l’equazione della retta tracciata, da cui poi ricavare il valore di soglia anaerobica. L’idea quindi è stata quella di validare un protocollo di test simile ma più snello: solamente due prove, di eguale affidabilità e con una procedura di calcolo semplificata ed accessibile a tutti. Il protocollo del B.A.S test si compone, come detto, di due sole prove, la prima una percorrenza massimale sulla distanza dei 2000 metri e la seconda, da effettuarsi sempre a velocità massimale, sui 3000, da svolgersi preferibilmente almeno a 48 ore di distanza l’una dall’altra. Facciamo un esempio concreto: ammettiamo che un atleta faccia registrare 7’ nella prova sui 2000 ed 11’20’’ nella prova sui 3000, la procedura di calcolo, che come vedrete è estremamente semplice, grazie alla quale è possibile calcolare la percorrenza corrispondente alla soglia anaerobica è la seguente: Primo passaggio, riportare i valori dei tempi registrati in secondi, quindi: 7 X 60 = 420 secondi nel caso dei 2000 metri e (11 X 60) + 20 = 680 secondi per ciò che riguarda la prova sui 3000 metri. Secondo passaggio, dividere la differenza tra le due distanze percorse espresse in metri, quindi 3000 —2000 = 1000, per la differenza tra i due tempi registrati espressi in secondi, nel nostro caso 680- 420 = 260.

 

Per cui nel nostro esempio ricaveremmo un valore di 3,84 che corrisponde al valore di percorrenza a ritmo di soglia del nostro atleta espresso in metri al secondo. Per riportarlo in km orari, unità di misura indubbiamente più pratica per la stesura di piani di allenamento, sarà sufficiente moltiplicarlo per 3.6. Nel nostro caso otterremo una velocità di soglia pari a 13,8 km orari (3,84 X 3,6 = 13,8).

Il B.A.S test, che è stato validato attraverso un protocollo scientifico (Bisciotti e coll., 2000, Bisciotti e coll., 2001), permette quindi di ottenere dei dati affidabili, corrispondenti alla velocità di percorrenza a ritmo di soglia anaerobica, con l’utilizzo di un attrezzatura veramente ridotta al minimo: un semplice cronometro!

Come utilizzare i dati desunti dal B.A.S test per la stesura di piani di allenamento

Un test da campo, oltre a fornire delle indicazioni affidabili sullo stato di forma dell’atleta, deve poter dare anche dei dati utilizzabili per la pianificazione dell’allenamento, in caso contrario direi che il suo valore, per il preparatore atletico, è ridotto della metà! Vediamo quindi come utilizzare i dati desunti dal B.A.S tes per creare dei piani di allenamento atti all’incremento della potenza aerobica.

Per un giocatore che avesse un valore di percorrenza a ritmo di soglia pari a 13,8 km orari, un metodo classico di allenamento della potenza aerobica è costituito da serie su 1000 metri percorsi ad una velocità maggiore di un 5-10% (ed in alcuni casi a velocità anche maggiori) rispetto a quella di soglia. Ammettiamo di voler costruire con il dato di soglia desunto dal B.A.S test, uno schema di allenamento basato su delle ripetute sui 1000 metri percorsi al 110% rispetto al valore di soglia. La velocità di percorrenza sarà uguale in questo caso a: 13,8 X 1,1 ossia 15,2 km orari. Questo significa che il nostro atleta dovrà percorrere ogni ripetuta sui 1000 metri in 3’ 56’’.

Un possibile schema di seduta di allenamento atta all’aumento della potenza aerobica basato su delle ripetute sui 1000 metri effettuate ad un ritmo pari al 110% della soglia anaerobica potrebbe quindi essere:

Distanza :1000 metri

Tempo di percorrenza :3’56’’

Serie: 5

Tempo di recupero tra le serie : 4’-5’

Un caso particolare: migliorano i tempi di percorrenza ed apparentemente non migliora la soglia, cosa fare ?

Poniamo il caso che il nostro atleta, che nel primo test aveva fatto registrare 7’ sui 2000 metri ed 11’ 20’’sui 3000, dopo un certo periodo di allenamento, durante il quale la potenza aerobica sia stata allenata attraverso le classiche ripetute sulla distanza dei 1000 metri, faccia registrare in un secondo B.A.S test 6’45’’ sui 2000 metri e 11’ 10’’ sui 3000. Si osserverebbe quindi un miglioramento sulle due distanze, eppure il valore di soglia anaerobica, invece di migliorare, paradossalmente peggiorerebbe. Se provassimo infatti a rifare con i nuovi valori registrati gli stessi calcoli effettuati per il primo test, ci accorgeremmo che il valore di soglia anaerobica è passato da un valore di 13,8 km/h a quello di 13,6 km/h. Come mai quest’incongruenza, ovviamente soltanto apparente? Semplice, la differenza tra i valori di percorrenza del primo test era uguale a 680- 420, ossia 260, mentre nel secondo test, nonostante il miglioramento in senso assoluto dei tempi di percorrenza, la differenza tra i due valori è aumentata, abbiamo infatti al denominatore della nostra formula 670 — 405, ossia 265. Cosa significa questo risultato meramente matematico in termini pratici? Dimostra che il nostro atleta è migliorato maggiormente sulla distanza dei 2000 metri (miglioramento pari al 3,6%) rispetto a quanto non sia migliorato sui 3000 metri, dove il miglioramento registrato è stato pari solamente all’1,5%. Questo probabilmente a causa del fatto che il blocco di lavoro effettuato sui 1000 metri ha sortito come effetto un miglioramento più tangibile su di una distanza, come quella dei 2000 metri, più "attinente" da un punto di vista fisiologico a quella utilizzata normalmente in allenamento. Cosa fare in questo caso? Personalmente consiglierei di non fare più riferimento alla velocità di soglia come parametro di allenamento ma bensì alla Velocità Aerobica Massimale (VAM). La VAM rappresenta la velocità alla quale si raggiunge il massimo consumo di ossigeno e quindi possiamo semplicisticamente dire che la VAM è la velocità alla quale il nostro motore aerobico è "al massimo dei giri". Lavorare a determinate, e dopo vedremo quali, percentuali della VAM quindi permette, esattamente come nel caso del lavoro parametrizzato sulla velocità di soglia anaerobica, di migliorare la potenza aerobica.

Il valore di VAM è facilmente desumibile dal tempo di percorrenza dei 2000 metri, che si percorrono proprio ad una velocità compresa tra il 97-100% della VAM stessa. Nell’esempio che abbiamo adottato quindi percorre i 2000 metri in 6’45’’ significa avere una VAM di circa17,7 km orari.

Si tratta ora di costruire una tabella di allenamento, atta all’aumento della potenza aerobica, basandosi sul valore della VAM. Supponiamo di voler utilizzare anche in questo caso delle ripetute sui 1000 metri, la prima cosa da fare è stimare la percorrenza massimale sui 1000 metri di un atleta che abbia una VAM uguale a 17,7 km orari. Dal momento che i 1000 metri si corrono ad una percentuale della VAM compresa tra il 105 ed il 115% di quest’ultima (vedi tabella 1), la massima velocità di percorrenza stimabile sui 1000 metri sarà uguale a 17,7X 1,05 = 18,5 km orari (per un calciatore è meglio adottare il,valore percentuale più basso, ossia il 105%), pari ad un tempo, sempre sulla distanza di 1000 metri, di 3’14’’. A questo punto possiamo adottare come riferimento per la nostra tabella di allenamento la stima del miglior tempo sui mille metri ottenuta ed eseguire le ripetizioni sulla distanza ad una percentuale compresa tra l’80 ed il 90 di quest’ultima.

Se ad esempio volessimo adottare una velocità di percorrenza pari all’82,5% della massima velocità teorica sui 1000 la nostra tabella di allenamento potrebbe essere:

Distanza :1000 metri

Tempo di percorrenza :3’55’’

Serie: 5

Tempo di recupero tra le serie : 4’-5’

Come vedete a questo punto i nuovi tempi di percorrenza calcolati si presentano coerenti con i miglioramenti fatti registrare nel corso del secondo B.A.S test.

Come riportare i km orari in minuti al km

Supponiamo di avere un valore di soglia anaerobica oppure di Velocità Aerobica Massimale in km orari e, per ovvia praticità, volerlo riportare in minuti al km, l’operazione da effettuare è molto semplice.

Prendiamo come esempio un valore di VAM pari a 17 km/h, per prima cosa dobbiamo convertire questo valore in metri al secondo moltiplicandolo per 3,6, quindi avremo 17 / 3,6 = 4,72 metri al secondo, come seconda operazione dovremmo dividere il valore della distanza (1000 metri) per la velocità in metri al secondo ottenuta, cioè : 1000 / 4,72 = 211. I mille metri in questione saranno quindi percorsi in 211 secondi pari a 3’ 31’’.

Figura 1: per un atleta che abbia come record personale sui 1743 m 5'09'', sui 2000 m : 7'10'', sui 3000 m 11' 23'' e sui 7430 m 19'50'' la velocità di soglia calcolata attraverso il test di Ettema (1966) è di 3.96 m · s-1 pari a 14.2 km/h.

 

Distanza di competizione (m)

% VAM

400

Dal 130 al 140

800

Dal 110 al 125

1000

Dal 105 al 115

1743

Dal 100 al 111

2000

Dal 97 al 100

3000

Dal 95 al 100

7430

Dall’86 al 93

10000

Dall’85 al 90

20000

Dall’80 all’ 88

27430

Dal 78 all’85

42195

Dal 67 all’ 84

Tabella 1: rapporto tra distanza di competizione e la percentuale di Velocità Aerobica Massimale utilizzabile .

 

Per chi volesse saperne di più….

Bisciotti GN.., Arcelli E, Sagnol JM..Un semplice test da campo per la determinazione della soglia anaerobica. SdS, anno XIX, numero 49, Luglio-Settembre 2000.

Bisciotti GN., Iodice PP., Arcelli E., Sagnol JM. Ph D., Filaire E. Un test de terrain pour la détermination de la seuil anareobie. Science et Sport. In corso di stampa.

Ettema JH. Limits of human performance and energy production. Int Z. Angew. Physiol. Einschl. Arbeitspysiol. 22: 45-54, 1996.

Brooks GA. Anaerobic treshold: rewiew of the concept and direction for future research. Med. Sci. Sports. Exerc. 17: 22-31, 1985.

 

Per chi volesse saperne di più….

Bisciotti GN.., Arcelli E, Sagnol JM..Un semplice test da campo per la determinazione della soglia anaerobica. SdS, anno XIX, numero 49, Luglio-Settembre 2000.

Bisciotti GN., Iodice PP., Arcelli E., Sagnol JM. Ph D., Filaire E. Un test de terrain pour la détermination de la seuil anareobie. Science et Sport. In corso di stampa.

Ettema JH. Limits of human performance and energy production. Int Z. Angew. Physiol. Einschl. Arbeitspysiol. 22: 45-54, 1996.

Brooks GA. Anaerobic treshold: rewiew of the concept and direction for future research. Med. Sci. Sports. Exerc. 17: 22-31, 1985.

 

 

   
                     
                     
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