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Argomento:
Metodologia dell'allenamento del calcio
Data:
2002
Testata:
Il Nuovo calcio. 121: 140-143, 2002
 

Il menisco mediale ed il menisco laterale
di Bisciotti Gian Nicola

Il menisco mediale ed il menisco laterale anatomicamente sono costituiti da due "cunei" cartilaginei a forma di C dislocati tra i condili femorali e la tibia. Il menisco mediale presenta una forma a C maggiormente accentuata rispetto al menisco laterale che, al contrario, risulta di aspetto più circolare. Le funzioni anatomiche dei menischi sono essenzialmente quattro: la riduzione dello stress sull’articolazione del ginocchio, la stabilizzazione dell’articolazione del ginocchio, la limitazione funzionale del movimento di estensione e flessione del ginocchio e la lubrificazione dell’articolazione. Vediamo di esaminare una ad una, seppur molo superficialmente queste quattro importantissime funzioni.

La riduzione dello stress a livello articolare: i due menischi giocano un ruolo molto importante nel ridurre il carico da stress sull’articolazione del ginocchio, svolgendo un po’ la funzione di "ammortizzatori" anatomici. Sperimentazioni effettuate sull’animale o su cadaveri umani, dimostrano come dopo l’asportazione di entrambi i menischi, lo stress (inteso come il carico per unità di superficie) sull’articolazione del ginocchio, aumenti di 2,5-3 volte. D’altro canto, dopo un asportazione totale di menisco, la capacità di assorbimento degli urti da parte dell’articolazione del ginocchio si riduce di ben il 20%.

La stabilizzazione dell’articolazione del ginocchio: i menischi espletano un’importante funzione stabilizzatrice nei confronti dell’articolazione del ginocchio mantenendo un corretto atteggiamento del femore nei confronti della tibia, inoltre la funzione stabilizzatrice è accentuata anche dal fatto che le inserzioni meniscali presentano uno stretto rapporto, sia con i legamenti crociati, che con le strutture capsulari, per quest’ultimo motivo i menischi (soprattutto il menisco mediale) svolgono un ruolo molto importante nella stabilizzazione del ginocchio, e specificatamente nella limitazione della lassità anteriore nel momento in cui venga a mancare la funzione del crociato.

La limitazione funzionale del movimento di estensione e flessione del ginocchio: i menischi limitano funzionalmente il movimento di estensione e di flessione della gamba sulla coscia.

La lubrificazione dell’articolazione: i menischi contribuiscono attivamente alla lubrificazione dell’articolazione del ginocchio una stendendo una sottile patina di liquido sinoviale sull’articolazione stessa, quest’azione diviene particolarmente evidente durante la fase di carico dell’articolazione dove i menischi contribuiscono a spingere il liquido sinoviale all’interno della cartilagine articolare. Per cui in questo caso i menischi possono essere considerati alla stregua di due guarnizioni e di due ammortizzatori , che rendendo congruenti due capi articolari, che dal punto di vista anatomico in effetti non lo sono, proteggono di fatto l’integrità della cartilagine articolare.

Per tutta questa serie di ragioni di tipo anatomico-funzionali il trend attuale è fortemente orientato verso una tipologia di intervento chirurgico che tenda per quanto possibile a "salvare" il menisco lesionato.

Come si verifica il danno?

Per ciò che riguarda le lesioni meniscali è possibile per comodità delineare due possibili tipi di quadri, il primo riguardante i soggetti "over 40" ed il secondo quelli sotto i 40 anni. Nel primo caso predominano condizioni di tipo degenerativo e quindi non riconducibili ad un evento traumatico. Nei soggetti al di sotto dei 40 anni, al contrario, le lesioni a carico del menisco si verificano normalmente negli sport di contatto, e sono normalmente causate da un impatto sul ginocchio in torsione, oppure da un’ extra rotazione del piede e della gamba rispetto al femore nel caso del menisco mediale e da un’ intrarotazione del piede e della gamba per ciò che riguarda il menisco laterale. La lesione del menisco mediale risulta essere di circa 5 volte più frequente rispetto a quella del menisco laterale, questo è correlato al fatto che il menisco mediale è aderente al legamento collaterale mediale, oltre al fatto che nella maggior parte dei casi i contrasti si verificano a livello del compartimento laterale del ginocchio provocando in tal modo un’extrarotazione della tibia. Molte volte si può verificare una lesione del corno posteriore del menisco interno associata alla rottura del crociato anteriore. In questo caso è preferibile, se possibile, optare per una sutura del menisco piuttosto di una meniscectomia. Infatti è importante sottolineare il fatto che solo un menisco integro è in grado di preservare il ginocchio da una possibile artrosi, , mentre la ricostruzione del crociato anteriore, in assenza del menisco, non è in grado di prevenire il fenomeno artrosico (Puddu e coll., 2001).

Quando si può tornare in campo?

Nel caso di una rimozione parziale di menisco effettuata in artroscopia (meniscectomia parziale artroscopica) , si può ritornare nella maggior parte dei casi all’attività sportiva nell’arco di 2 — 3 settimane dall’intervento, in casi particolari anche prima, soprattutto se i pazienti dimostrano un buon trofismo muscolare prima dell’intervento stesso.

Nella meniscectomia parziale il problema principale è costituito dal fatto che , diminuendo la superficie del menisco, aumenta contestualmente l’area di contatto tra femore e tibia, fattore che costituisce una causa predisponente ad una precoce usura delle cartilagini articolari. Nel caso di sutura meniscale, effettuata sia con fili, che con ancorette riassorbibili, il piano riabilitativo prevede lo scarico dell’arto per circa 4 settimane (il paziente è quindi costretto ad utilizzare per tale periodo due antibrachiali) allo scopo di permettere la cicatrizzazione del tessuto meniscale. Il ritorno all’attività sportiva è di norma possibile dopo circa 3-4 mesi.

Nel caso d’impianto di protesi meniscali, che è peraltro la metodica chirurgica più recente il cui scopo è quello di permettere la rigenerazione di un neo-menisco, si evita il carico per un periodo di circa 6 settimane ed è possibile di norma ritornare all’attività sportiva dopo un periodo di 4-5 mesi dalla data dell’intervento.

Il trattamento chirurgico delle lesioni del menisco esterno deve essere considerato a parte, anche nel caso di una semplice meniscectomia selettiva infatti occorre evitare il carico per circa 4 settimane, allo scopo di prevenire l’idrarto (ossia il versamento articolare) ed il sovraccarico articolare, il ritorno all’impegno agonistico richiede non meno di 2 mesi dalla data dell’intervento.

Quali esercizi eseguire durante la fase riabilitativa?

Riportiamo di seguito un protocollo riabilitativo (Peterson e Renström , 2002, modificato) dopo meniscectomia parziale, suddiviso in tre fasi di cui la prima va da 0 a 2 settimane dopo l’intervento, la seconda da 2 a 4 e la terza da 4 ad 8.

 

 

FASE 1 (0-2 settimane)

FASE 2 (2-4 settimane)

FASE 3 (4-8 settimane e ripresa sportiva)

Obbiettivi

Diminuzione del dolore e del gonfiore — Aumento del ROM articolare — Rafforzamento del quadricipite

Aumento del ROM. Recupero della forza muscolare ed aumento della funzionalità.

Recupero del residuo deficit di forza. Progressione funzionale delle attività. Ritorno all’attività sportiva.

Condizioni di carico

In funzione della tollerabilità.

Carico totale.

Carico totale.

ROM —flessibilità

ROM attivo / passivo in flesso-estensione del ginocchio. Stretching degli ischiocrurali. Mobilizzazione della rotula.

ROM attivo / passivo in flesso-estensione del ginocchio. Stretching degli ischiocrurali. Stretching dei flessori dell’anca.

ROM attivo / passivo in flesso-estensione del ginocchio se permane deficit.

Rafforzamento in catena cinetica aperta

Sollecitazione del quadricipite. Sollevamento dell’arto esteso. Esercitazioni di tonificazione della muscolatura dell’anca.

Piano di lavoro isotonico di rafforzamento del quadricipite e degli ischiocrurali.

Programma isotonico di rafforzamento muscolare per tutta muscolatura dell’arto inferiore.

Rafforzamento in catena cinetica chiusa

Piegamento di entrambi gli arti (0-45°). Estensione degli ultimi gradi del ginocchio dell’arto leso.

Piegamento di entrambi gli arti ( 0-60°. Step.

Affondi laterali, balzi, andature elastiche in genere, esercitazioni pliometriche.

Esercizi funzionali e propriocettivi

Mantenimento dell’efficienza cardio-circolatoria: cyclette, corsa in acqua profonda con giubbetto di galleggiamento (dopo completa cicatrizzazione delle ferite).

Mantenimento dell’efficienza cardio-circolatoria: ciclismo, nuoto, corsa in acqua. Pedana basculante in appoggio bipodalico. Posizione del fenicottero. Esercizi di equilibrio.

Pedana basculante in appoggio monopodalico, pedana scorrevole, salto con la corda. Mantenimento dell’efficienza cardio-circolatoria: corsa, ciclismo, nuoto.

Limiti e consigli

Evitare le attività sportive.

Evitare le attività sportive che comportino l’esecuzione di balzi e/o movimenti di taglio.

Ritorno all’attività sportiva se la differenza dinamometrica di forza tra l’arto leso e l’arto sano non supera il 15%.

 

 

Per chi volesse approfondire

Puddu G., Cerullo G., Cipolla M., Franco V., Giannì E. La meniscectomia selettiva. In New trends nella terapia dei menischi e dei legamenti del ginocchio. Bologna 2001.

Peterson L., Renström P. Traumatologia dello Sport. Prevenzione e terapia. Ed. UTET. Torino, 2002.

Prentice WE. Rehabilitation techniques in sports medicine. McGraw-Hill Companies (Ed), 1999.

 

 

 

   
                     
                     
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